giovedì 30 dicembre 2010

mercoledì 22 dicembre 2010

LUNA ROSSA NELLA NOTTE PIU' LUNGA


Solstizio d'inverno, eclisse, luna rossa e notte più lunga.


In questa particolare e rara coincidenza astrale che si verifica una o due volte ogni millennio, i "dazeroaduemila" hanno percorso i sentieri più angusti, superato le pendenze più accentuate, lottato con lastre di ghiaccio infide, corso sulla neve più fresca che ricopriva il corpo fino alla cintola ed, infine, raggiunta e conquistata la tanto agognata meta: CASERA BUSA BERNART.
Un urlo liberatorio si è sprigionato alle ore 22:00 dai 1280 metri del "Torrion" e la pianura sottostante ha tremato!


Una notte come questa resterà nella storia... Come lo sono già gli 8 impavidi che l'hanno resa leggendaria ed unica: Alex, l' Azzekkagarbugli, la Bionda, il Dottore, il Maestro, I-nain, il PazZo, lo Zar.

giovedì 16 dicembre 2010

LUNA PIENA - PROVA PERCORSO


La data si avvicina e la tensione cresce...
Oggi è stata effettuata una perlustrazione del percorso notturno.
Di seguito le informazioni principali.
Data: 21.12.2010
Ora: 19.30
Partenza: DARDAGO (180 m)
Arrivo: CASERA BUSA BERNART (1280 m)
D+ 1100 m
D tot. 2200 m
Lunghezza totale: 20 k circa
Tempo di percorrenza previsto: 3h/3.30
Percorso: saliremo attraverso la strada forestale (fig.1) che dal parco della Val di Croda porta all'abitato di Mezzomonte (fig.2).

Fig.1

Fig.2

Attraversato il paese (fig.3) imboccheremo la strada asfaltata (fig.4) che ci porterà, con lieve pendenza, all'imbocco del sentiero Cai 982 (fig. 5, 6, 7).

Fig.3

Fig.4

Fig. 5

Fig. 6

Fig. 7

Il sentiero, inizialmente facile, non lascerà poi tregua fino all'arrivo alla Casera. Le pendenze risulteranno sempre più accentuate. La parte terminale sarà resa ancora più impervia dalla presenza della neve ghiacciata.
Arrivati a destinazione the caldo per tutti. Dopo una breve pausa inizieremo la discesa che risulterà difficoltosa causa oscurità e neve..
Durante il percorso ci saranno più punti di compattamento (non ci sarà pericolo di perdersi).
Orario di arrivo previsto: 22.30.
Materiale indispensabile: zainetto da trail, maschera antivento (tipo Buff), guanti, maglia di ricambio, giacca antivento, pila frontale.
Meteo: speriamo bene! Lo zero termico è previsto a 1080 m, neve dagli 800 m. Farà freddo!! Terreno ghiacciato!!
Super attenzione... SOLO PER UOMINI DAZEROADUEMILA!!!!

Ciao..

DOMENICA 12 DICEMBRE "CRONACA DI UNA GIORNATA DI TRAIL ORDINARIO "


ATTORI IN ORDINE SPARSO:
IL DOTTORE, IL CAPO, LUCA (in a.d.n.n.), IL CICO (petomane), L'AZZECCAGARBUGLI, IL FISIOTRAPPER.

LA PARTENZA:

La mattina ha l'oro in bocca, ma a qualcuno riserva profumate sorprese.
I 6 impavidi, nati da una costola della "0-2000", non traditori ma scissionisti di "Frisanco", si ritrovano alle 7.45 e subito si nota che non è giornata di armonia, il Dottore ed il Cico non sono d'accordo sugli obiettivi e sui percorsi, dopo discussioni ed anatemi vari del dottore, si parte senza chiare idee ed il "FISIO" ci mette subito del suo, CARONTE DEI 6 LI TRAGHETTA nella sua Ulisse in quel di Marsure passando per Tiezzo (caffè dalla tettona) e Prata per poi approdare con insolite circumnavigazioni alla casa degli alpini in zona Marsure, inutile dire che il tragitto è movimentato come si addice ad un CARONTE da competizione, tanto che uno dei sei si sente a disagio e, ripetutamente, abbassa il finestrino posteriore per consentire strani ricambi d'aria, il petomane.

SCELTA PERCORSO:
Casera de quà, casera de là, forcella, gnomo, (384-487-740 non sono modelli fiscali ma codici cartografici "Tabacco") alla fine il CICO (alias petomane del giorno) impone la sua scelta, il dottore prima di partire ha detto: "VEDRAI CHE TROVIAMO LA NEVE, SEI SICURO DEL PERCORSO?" Il CICO ha risposto: " MA VA A ....' " e tant'è i 6 partono, a detta del Cico la prima parte era un pò ripida ma poi il tutto spianava in una paradisiaca passeggiata per mammine con carrozzina.

PERCORSO:
Primo chilometro in 35 min. ho giù di lì con 700m/ca di dislivello, chi riusciva camminava, gli altri annaspavano con mani ed unghie alla ricerca di appoggi, ogni tanto un folletto passava di lato saltellando ed irridendo le leggi di gravità (IL FISIO), poi dopo il primo muro un secondo livello, ancora più duro pend. media 40-50%?, attendeva gli impavidi, il CICO davanti teneva tutti a distanza, nel senso che intimava lo spazio per scaricare le sue turbine intestinali, gli altri procedevano sempre più convinti che "el dotor l'aveva reson".
A metà del secondo livello appaiono strane chiazze bianche a terra, presagite dal dotòr, che vanno sempre più intensificandosi per diventare una coltre continua ed immacolata che i 6 si apprestano a calpestare, a volte in superficie di una crosta ghiacciata a volte sprofondando in aree meno dure assaporando il brivido della prima neve nei calzini.
Così tra neve e sassi, rovi e sterpaglie, profumi silvestri e intestinali si arriva alla meta, il campo visivo si spalanca improvvisamente e in una sorta di altopiano una coltre bianca immacolata stacca il cielo dalla terra, "tra neve e cielo" in un paesaggio fiabesco e privo di segni antropici, (a parte il cartello indicatore, una baita in monopanel e due paletti di confine) i 6 assaporano...... quello che cercavano?
Le foto documentano il momento e non danno giustizia delle qualità cromatiche del paesaggio!

IL RIENTRO:
Il percorso per il rientro è trovato dopo alcune indecisioni accompagnate da imprecazioni varie, tutte indirizzate verso una persona, una discesa assassina si apre davanti agli occhi del Capo che inizia già a pensare al proprio testamento biologico.
Il calvario dello gnomo, o giù di lì, in discesa è una pacchia da leccarsi i baffi, peccato non avere un paracadute a bordo, ovviamente i "soliti kamikaze" si buttano furiosamente lasciando il malcapitato in coda al gruppetto, insieme a Luca per la prima parte poi solo, anche Luca giustamente el se stufa e va per conto suo, solo il FISIO ogni tanto si degna di aspettare incitandolo con parole irripetibili (forza ETO'O).
Alla fine della discesa i fuggitivi aspettano l'ultimo imbranato discesista, quando poi ritornano asfalto e salita IL CAPO improvvisa un rush finale da "Tourmalet" ma, sigh, parte presto ed il Dottore lo affianca tranquillamente per poi staccarlo inesorabilmente sull'ultima rampa.

Il DOPO:
Birre, Patatine commestibili e non, crostini vari, ancora birre e qualche ombra compensano degnamente e danno il giusto senso allo sforzo compiuto, onorando la perfetta compagnia dei 6.

CONSIDERAZIONI FINALI:
IL DOTTORE e l'AZZECCAGARBUGLI erano reduci dall'uscita di sabato a Frisanco, complimenti ad entrambi;
Il LUCA (in A.D.N.N.) dimostra che quando si è giovani e forti no serve alenase tant par mete in fila tuti;
Il FISIO subito dopo la corsa sembra uscito da una passerella di Dolce&Gabana;
IL CICO le un rompi..... però si fa perdonare perchè alla fine el ne ha portà proprio in un bel posto;
IL sottoscritto (CAPO) che si è sorbito tutta la cronaca della giornata, ringrazia i compagni di viaggio.

FOTO gentilmente concesse dal fisio che sicuramente è meglio come podista e massaggiatore che come fotografo.

giovedì 9 dicembre 2010

LUNA PIENA


21 dicembre 2010, ore 19.00

Fissate nella vostra mente, in maniera indelebile, la data sopra riportata perché non potete mancare all'evento di fine anno della "dazeroaduemila".

Preparatevi ad affrontare un viaggio interiore che porterà alla superficie cose che non potevate nemmeno immaginare di voi stessi!

Affronterete l'oscurità più profonda; il freddo più pungente; il vento gelido vi impedirà di respirare; la neve vi renderà instabili ed impotenti; ma voi non vi fermerete perché state visitando questo blog e quindi già il sangue ribolle nelle vostre vene, la pressione vi sale, il battito aumenta e nessuno potrà distogliervi da questo pensiero. Correrete sù per i sentieri più impervi e pendenti, il cuore vi scoppierà ma non indietreggerete di un passo e, infine, toccherete la luna con le vostre mani!

Ebbene sì, care donne e cari uomini "dazeroaduemila", raggiungeremo Casera Busa Bernart partendo da Dardago e la nostra unica compagna sarà la LUNA PIENA, l'ultima dell'anno.
Vi aspettiamo numerosi e con i muscoli CALDI!!


A presto...

domenica 5 dicembre 2010

LA PRIMA NEVE NON SI SCORDA MAI...


Il Saggio in compagnia del PaZzO (notare il viso rilassato di quest'ultimo)


Una maglietta "dazeroaduemila" a chi indovina i nomi delle tre presenze qui sopra!


La salita verso Lama di Som


Foto di gruppo!!!

Un po' di abeti...


il PaZzO in discesa... Riuscirà, secondo voi, a recuperare? (un'altra maglietta a chi indovinerà!)


Relax?



Panorama...


Ciao a tutti! Alla prossima...

martedì 30 novembre 2010

DARDAGO 28/11/2010: E' RECORD!!!!

Un grazie di cu0re a tutti i partecipanti. I loro nomi resteranno immortalati in questo epicedio.



Accosciati da sx verso dx Laura [in Attesa di Nick(iAdN)], Giusto (iAdN), il PaZz0, Diana (iAdN), la Valchiria
In piedi da sx verso dx Fabio (iAdN), lo Zar, la Tigre, AzzeKKagarbugli, Jani, il Capo (?!?!?!), il Dobermann, Angelo (iAdN), il Dottore, il Fisiotrappista, Mauro (iAdN), il Cico
Alla macchina fotografica (indi, non onde, per cui mancante) il Pres
Sullo sfondo Uno sfondo classico: il solito parcheggio di Dardago, le solite montagne, la solita neve, le solite macchine, etc etc
Mancanti Chi in pellegrinaggio al pedofilario, chi in esplorazione nelle cavità della terra, chi nel fango, chi a casa a dormire fino alle 11, chi dove caxx voleva...

VI ATTENDIAMO SEMPRE PIU' NUMEROSE

domenica 21 novembre 2010

giovedì 18 novembre 2010

IL CALVARIO DELLO GNOMO

DOMENICA 21.11.2010, ore 8.30

Inizia il calvario...

VENITE SE AVETE CORAGGIO!

venerdì 5 novembre 2010

QUANDO LA FIBRA ROSSA DORME...

Dardago 05/11/2010 Ore 4:30

Mi sveglio; non riesco a prendere più sonno; un idea mi balena: allacciare le scarpe e conquistare il Col Scussat.
Un conto è scalarlo alla sera alle 18:00 (NdA tu sai chi sei, tu sai chi sei…), un conto è affrontarlo la mattina presto quando ancora esseri mostruosi inanimati animano quelle cime (NdR scusi 700m sul livello del mare sono da considerare come “cima”? Boh…).

Vestito di tutto punto, parto (NdA Bandana, cuffiette, pila frontale)(NdR e basta?!?!).

Fin dalle prime battute capisco che la musica non mi è di aiuto; è meglio spegnerla. Penso che sia molto più eccitante sentire lo zirlare del cinghiale prima di esserne travolto (ndr zirlare?!?! Scusi, ma dormire un po’ di più invece di andare in giro di notte a spaventare la povera fauna montana, no?).
Scelgo la via più breve : parco giochi Dardago, mulattiera per Mezzomonte e variante cattiva verso il Col Scussat.
Con incedere lento mi inoltro nei sentieri percorsi ormai talmente tante volte che riesco a contarle su di una mano…Stavolta però, li vedo sotto un'altra luce: quella della pila frontale.

Arrivo quasi alla meta, ma mi rendo conto che non vedo più una mazza. Il paesaggio non è dei migliori: in mezzo al bosco con “il scuro e la nebbia” non trovo il ”cammino”.
Panico; la mia vita mi passa davanti come in un cortometraggio. Sono in balia dell (m)ignot(t)o, ma non mi perdo d’animo (NdA come fai a perdere qualcosa che non hai?). Procedo noncurante del fatto che potrei incontrare (in ordine di pseudo-alfabetico):
  1. il fantasma della mucca reclamante la potestà del suo teschio che trovai in questi luoghi tempo fa;
  2. il volto senza corpo di una vecchina dei primi del ‘700 morta in circostanze misteriose (NdA i referti dell’epoca parlano di “uso ed abuso di vibratore in pietra”);
  3. un coglione (NdA specchiandomi in una pozza d’acqua) (NdR e come fai a specchiarti visto che sei “allo scuro e con la nebbia”? te son proprio un NOJOC…);
  4. una gnocca tipo Shining. Si…dai…non ricordate?!?!? Una silfite (NdA prendere vocabolario, grazie) che avvicinandosi ti mostra le sue nude fattezze; poi l’abbracci, la metti come un “animale da lana” e trac…si trasforma in un corpo putrefatto (NdA in questo caso un vero uomo “0-2000” spegne la pila frontale e continua nel suo operato…”);
e tutti quegli esseri che popolano i film quali “La Casa” e che vengono fuori solo di notte, visti dal protagonista scipito a cui nessuno crede, ma che alla fine del film è osannato come un santone.

Constatato che anche in mezzo ad un bosco con “il scuro e la nebbia” di soprannaturale ci sono solo io e che il Col Scussat non riuscirò a trovarlo, torno sui miei passi seguendo le briciole di feci che feci all’andata.
Parte la discesa a bomba. Ma di "bomba" non ha nulla visto che le pila frontale comincia a perdere colpi e i viscidi sassi mi accarezzano più volte il sederino.

In paese ad attendermi una brutta sorpresa: una volante della DIGOS. Nel bosco doveva esserci una “cimice” (NdA cavolo se ce ne sono ultimamente) perché gli agenti mi chiedono il motivo della “bomba”. Cerco di spiegarglielo a gesti, ma non sono soddisfatti così mi portano in questura.
Di lì a poco, svegliato dai bonghi di un bunga-bunga, il mio papi chiama: ”Rilasciatelo immediatamente! E’ figlio di Mubarak, secondo cugino di Obama, amico di Gheddafi e una volta era nel coro delle voci bianche del papa".

Adesso sono libero, ma non ricordo quale sia la strada di casa. Ricorro quindi all’aiuto di una “bagascia” che mi porta a destinazione. Perplessi?!?! Mah si! Cosa avete capito??? Una “guida”!!! Beh, se siete esterofili, allora, “escort”.

Ciaoo oo oo 000 00

lunedì 1 novembre 2010

DAZEROADUEMILA ON TREK






Non ci fermeremo MAI!!!

martedì 26 ottobre 2010

COL SCUSSAT



24 ottobre 2010

FIBRA ROSSA BATTE FIBRA NERA E CONQUISTA IL COLLE!

lunedì 18 ottobre 2010

DOMENICA 17/10/2010 : PROGRAMMA DI ALIMENTAZIONE PERSONALE

FECI PRIMA DELLA LAVORAZIONE

Golosa Ptomaina
Crusca arrovellata
Budella di capra
Insalata di croste di naso

Ore 530, il PaZz0 si alza preoccupato. “Che sia il caso di fare colazione come da piano alimentare?”, questo è il dilemma.
La sua preoccupazione deriva dal fatto che il cambio delle abitudini da tavola impostogli 3 giorni fa da un nutrizionista, dietro lauto pagamento, gli creò non pochi problemi durante un allenamento: 3 episodi di diarrea violenta. Ricordiamo che nell'occasione, questi eventi furono apostrofati dal Maestro con frasi del tipo: “Ti faccio cagare addosso, eh??!?!?! I ritmi duri, eh?!?!?...”
Ma ritorniamo alla colazione. Ci pensa un attimo...ancora un po’...e dice : “OK!”. Prepara cerali, banana, marmellata, yogurt e ricotta; trangugida avidamente.
Il tempo è splendido, eccezionale...pioggia a dirotto.
Ore 820, si dirige verso la residenza del Maestro con un ombrellino rubato in una casa di riposo. Arrivato a destinazione viene subito allontanato dalla Claudia (nda alla quale bisognerà trovare un nickname) la quale non gradisce che un consiglio del nutrizionista si stato applicato in maniera pedissequa dal PaZz0: assunzione massiccia di aglio e cipolla come antiossidanti.
Ore 830, i due cerziorano VERGOGNOSAMENTE che tutti gli atleti attesi non arrivano. A questi felloni si ribadisce questo concetto: SOLO IN CASO DI GRANDINE GLI ALLENAMENTI NON AVRANNO LUOGO (nda fino a nuova circolare interna ).
In merito all'ammutinamento soprastante a se stesso, un ANONIMIO BAVARESE stamattina ha commentato alla direzione: "Comunque ho capito come vanno le cose nel vostro gruppo: finche' c'e' bel tempo siete una decina, poi quando il tempo si fa' duro rimanete in due e quei altri rimangono sotto le lenzuola coniugali a dire alla moglie: "varda che bravo rimango la domenica con te" e la moglie pensa: "acc devo disdire"...."[nda Parole santamente atee (nda ossimoro di buon gusto)].


Si attendono ancora 5 minuti, nell'INUTILE attesa di qualche ritardatario eeeeee... si comincia!!!! Il branco formato dal il Maestro e il PaZz0 comincia a scorrazzare per i sentieri laidamente fangosi del dardaghese.
“I me ga lassà de novo da solo con lù”, questo il primo pensiero del PaZz0. Infatti, quando l'allenamento diventa così intimo sono sempre cazzi suoi. Ed è proprio così. Fin dalle prime battute il ritmo è allegro con brio.
In men che non si dica i nostri si trovano ad affrontare i piacevoli sali e scendi tra i colli di Budoia.
La compagine prosegue compatta fino a Polcenigo, ma nella conquista di San Floriano qualcuno comincia a perdere colpi...”Beh, non siamo neanche a metà”, questo qualcuno farfuglia tra se e se...
Poi l ascesa a Mezzomonte tra una pioggia sempre + battente ed un vento che comincia a congelare completamente le gambe dei nosti.
A risentirne in maniera violenta è il PaZz0 il quale, indossando un pantalone aderente alla zuava, ha il polpaccio villoso esposto alle intemperie. Procedendo verso il parco giochi di Dardago, il calore freddo (NDA un altro splendido ossimoro) dal suo tricipite surale si trasferisce al suo quadricipite femorale. Tuttavia la sua corsa non ne risente e diventa elastica come l'acciaio...
Ad un certo punto delle grida squarciano il cielo: "DAI, CAZZZZZOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!". Il Maestro dalle antevie chiede preoccupato cosa mai ci fosse. ”Niente gridavo contro me stesso”, la risposta.
La pioggia continua a battere, il vento continua implacabilmente a soffiare, ma i nostri continuano stoicamente a macinare metri fino ad arrivare dopo 120 minuti al punto di arrivo che non era niente popo di meno che il punto di partenza.
Foto di rito con sguardi languuidamente teneri (vedi foto sotto) e poi via a casa a rifocillarsi come il galateo insegna (vedi foto ancora più sotto).




venerdì 15 ottobre 2010

UN MIRIFICO LIBELLO

Buongiorno a tutti,
siccome mi sono rotto il ca@@o di leggere i vostri raccontini da fungaioli vestiti da skyrunners... prego buttare un occhio alle foto (in realtà sono diapo) in allegato, datate 14.08.2000, quando ancora non esisteva lo skyrunning in regione, nè il vostro sito... ma un gruppo di metallari alcolizzati già faceva quello che ora voi preparate con mesi di "massacranti" allenamenti... ora le foto:

1) partenza da Ornedo all'alba (non alle 9.00 come qualcun altro trovato per troi di recente...);

2) sosta sulla passeggiata delle malghe (ah si, percorso seguito lungo la lama che mi pare voi chiamate "il calvario"...);

3) pranzo a piancavallo, se aguzzate la vista scorgerete gli integratori dell'epoca...;

4) attacco Manera; come vedete siamo rimasti in 2 causa temporale che ha dissuaso i più a proseguire... credo le faccie dicano abbastanza...;

5) in cima Manera, a 0 gradi con il cordino che "friggeva" per chi conosce il gergo dei climber...;

6) l'arrivo ad Ornedo con tutti gli altri.

p.s. gli zaini erano di quelle dimensioni per far stare sacco a pelo e cibarie per dormire al Semenza e far festa il 15 in cima Manera... altro che camelback...

p.p.s. il ritorno fatto ovviamente con carico del sacco condominiale di scovasse (fino al pianca)...


E ora andate tutti ad allenarvi, prima che guarisca alla caviglia e vi faccia un culo così!


Il Vichingo






sabato 9 ottobre 2010

DA ZERO A 2200 D+ 35 KM (UNOFFICIAL)


Partiamo dal parcheggio di DARDAGO (200 Mt. circa), verso le 8.45, Cico e l’Azzeccagarbugli, soli, gli altri compagni di sventure, quest’oggi hanno denigrato questa sfida, chi per la maratona del Vino a Butrio nel tentativo di battere il proprio tempo in ombre..(Doctor), chi in una scampagnata sui Magredi sperando di vincerla (Maestro, PaZz0), chi ad allenarsi con la moglie per battere tutti a New York (Fisio). Imbocchiamo il sentiero 990, e con passo spedito facciamo i primi kilometri, ma oltrepassato le palestre di roccia, svoltiamo a destra è lì sentiero inerpica bruscamente, quindi rallentiamo.


Usciti dal boschetto, il percorso ci, da tregua, quindi proseguiamo verso Casera Castaldia (1108 Mt.), ma per arrivarci il tracciato si fa sempre più incerto, visto che gli organizzatori del corsa (il Maestro e il PaZz0) si dimenticano di ripulirlo dalle erbe infestanti e dalle zecche, quindi giunti in Casera, mi tolgo le scarpe per asciugare i calzini fradici d’acqua, e disquisendo con l’Azzeccagarbugli gli ricordo che al nostro ritorno avremo dovuto far ricorso contro quei due rin……. per le condizioni del tracciato, oltre ad ringraziarli!!!!
Arrivati a Piancavallo, dopo aver girovagato a vista per mancanza di riferimenti gli ultimi chilometri di salita, decidiamo di rifocillarci. E dopo un breve pit-stop, riprendiamo a correre in direzione dell’attacco del 924, ma per un istante sbaglio strada, anziché girare verso le palestre di roccia svolto a destra, e dopo un breve tratto mi accorgo di essere fuori rotta, quindi ritorniamo su nostri passi, e de qui che per la prima volta l’Azzeccagarbugli un po’ scocciato, impreca per la fatica gratuita, ma non sa che di fatica gratuita oggi dovrà farne molta (hi! hi! hi!.......)

Giunti all’attacco del 924, memori della difficile discesa che le nostre fragile membra avevano già calpestato alla Sky Race del Monte Cavallo, iniziamo la salita molto lentamente, sia per il percorso assai viscido sia per le difficoltà.

Dopo quasi tre ore e mezza di fatica, ho la prima crisi di fame della giornata, quindi ci fermiamo e decidiamo di mangiare, mentre discutiamo di quanta strada, dobbiamo ancora fare, si apre il cielo e chi vediamo scendere all’orizzonte? una faccia familiare, non crediamo hai nostri occhi quando riconosciamo quel volto, è IVO (alias il Vichingo), il redivIvo, l’ultima volta lo avevamo visto il 18 luglio di quest’anno (Sky Race di Canazei), da quel giorno, si erano perse le sue tracce, qualcuno dice che: per l’ irreparabile onta di vergogna subita dal Pazzo, lo avevano visto incamminarsi verso Santiago di Compostela, chi lo aveva visto, invece, ubriacarsi alle feste paesane, altri diretto verso OBERHAUSEN deciso a spadellare il Polpo PAUL. Ritiratosi ormai dalle corse, si mormora abbia intrapreso una nuova carriera agonista, la passeggiata domenicale tra i monti con gli amici.

Dopo i saluti di rito, riprendiamo a salire e giunti all’inizio della ferrata, ci arrampichiamo senza protezioni, e dopo quasi quattro ore giungiamo in cima al Monte Cavallo, la tanto agognata CIMA MANERA (2051 Mt.)(NDA NON SONO 2051!!!!).


Dopo le consuete foto e le solite frasi di rito sul libro CAI, decidiamo di scendere velocemente, visto il gelido vento che tira oggi in vetta.
Riscendiamo la ferrata, in modo spedito rifacciamo il medesimo percorso dell’andata, ogni tanto devo fermarmi per aspettare l’Azzeccagarbugli che a causa del terreno scivoloso e delle sue scarpe di m….., scende come il Capo, piano, piano………
Giunti di nuovo in paese, ci dirigiamo speranzosi verso il Ristorante Roncjade col desiderio di gustarci una tanto agognata Coca Cola, ma è chiuso, dallo sconforto ci sediamo sulla panchina esterna, e dopo un minuto sbuca fuori un’esile donna che con accenno straniero e a gesti ci conferma che il locale riaprirà solo a novembre. Con fare disperato l’Azzeccagarbugli chiede mestamente se poteva almeno esaudire il nostro desiderio, pagando il dovuto, ma ci chiude la porta, ormai sconsolati tiriamo fuori l’ultime riserve alimentarie ed iniziamo a mangiare, ma da lì a poco con fare molto gentile vediamo ricomparire la signor con in mano due lattine di Coca Cola, chiediamo quanto dobbiamo, ma con un cenno ci dice di lasciar stare (vorrei ringraziare vivamente costei per la gentilezza mostrataci).
Dopo aver preso visione di quale tracciato seguire per il ritorno, partiamo verso la Baracca del SAUC, giunti lì nonostante le medesime rimostranze dell’Azzeccagarbugli, che avrebbe voluto proseguire per la madonna delle nevi o per il tracciato dell’andata, lo convinco a riprendere il 990 in direzione Casera Campo.
Dopo un tre-quatrocento metri in salita, e con le continue lamentele dell’Azzeccagarbugli a cui compaiono i primi segni di stanchezza e crampi, perdiamo il sentiero, hai me!!, di segnali nemmeno l’ombra, l’erba talmente alta e la nebbia che inizia a calare, ci impediscono di vederli, quindi, mi rassegno , propongo di ritornare sui nostri passi, ma a queste parole, e con voce molto seccata L’Azzeccagarbugli mi risponde che non avrebbe fatto nemmeno un metro in ritroso, è che dovevamo assolutamente proseguire. Continuiamo, quindi, a caso, e la buona sorte fa si che sbuchiamo sulla strada asfaltata che porta proprio in Casera, seguitiamo a salire fino a quando non scorgiamo sulla sinistra nuovamente il segnale del 990.
Ripreso il sentiero dopo poche decine di metri, cominciamo a scendere, quindi rincuorato, per il cambiamento di rotta (scendiamo finalmente !), proseguiamo velocemente, ma questo momento di euforia dura un attimo, svanisce poco dopo, perché qui i segnali spariscono, l’erba è talmente alta, che ormai viaggiamo a sensazioni, anticipo l’Azzeccagarbugli nella discesa ma non so nemmeno io dove sto andando, il guaio è che la nebbia sta calando in fretta e in certi momenti non riuscivamo a scrutarci. Ogni uno di noi, preso dallo sconforto, segue il proprio cammino, fino a ritrovare l’agoniato 990, poco dopo giungiamo all’incrocio con il sentiero 984 A , qui mi sento a casa, visto che quella via la conoscevo molto bene, saliamo un duecento metri è giunti nelle vicinanze del canalone ci buttiamo dentro, grazie al terreno ghiaioso ci buttiamo giù a bomba e da li a poco giungiamo alla strada asfaltata che ci porterà poi sul tracciato dell’ARTUGNA fino ad arrivare, dopo oltre otto ore alla macchina.

martedì 5 ottobre 2010

MAGREDI MOUNTAIN TRAIL PT.2


....OVVERO IL MIO PRIMO ULTRA-TRAIL

Dopo l Ecomaratona dei Cimbri decisi che la prima edizione dei Magredi mOuntain Trail sarebbe stata mia. Non nel senso di vittoria (nda che stavolta l’ho lasciata ad un altro uomo “da0a2000” …), ma nel senso che mi sarei gustato 55km con i 1800m di dislivello con tanto di cappello (nda il solo scopo di questa frase è il riscorso alla rima baciata AABB…BiCi…tanto amata dal Leopardi e/o Manzoni e/o uno che in passato aveva tanto tempo per scrivere).

La mattina della gara mi alzo alle 2:30. Faccio colazione con porridge (fiocchi d’avena, semi di sesamo e melassa); una scelta che energeticamente si rivelò, per dirlo in termini accessibili al pubblico minorile, una merda…
Ore 4:30 parto e mi avvio a casa del Maestro. Lo trovo alquanto preoccupato dalle condizioni della figlia. Purtroppo ogni sabato sera precedente ad una gara importante, la maddre di sua figlia malmena violentemente la figlia stessa. Il motivo di ciò è una tradizione puglieis: la predizione del futuro in base al tipo di lesione che la propria prole manifesta dopo un pestaggio a random. Stavolta la tenera e dolce figliuola “svela” una lussazione al gomito. La mamma è contenta perchè la lussazione è simbolo di vittoria (nda e così è stato!).
Bene, tralasciando questa prime considerazioni, che porteranno sicuramente degli ispettori dei servizio sociale nella casa il cui sottostante tetto è soprastante la testa di quella povera bambina., torno a me e non in me ( nda per quest’ultima opzione non v’è più speranza)

Ore 4:45 è fissata la partenza dalla casa del Maestro. L’orario arriva, ma el Bortol no….Aspetta che ti aspetta mi altero e lo chiamo. “Ho trovato un incidente”, la classica scusa dello stesso (nda “trovare un incidente”?!?!?! Come “trovare i funghi”?).

Arriviamo a Basaldella ci prepariamo; controlliamo le ultime cose obbligatorie da portarsi: coperta termica, road book, pila frontale, profilattici…. Ok , tutto in regola!

Visto che la partenza non è sita nello stesso luogo dell arrivo , l’organizzazione ha messo a disposizione un bus a due piani. Subito il Maestro, il PaZz0 e il Bortol guadagnano da bravi teppistielli adolescenti gli ultimi posti al primo piano. El Bortol (nda risaputo essere un famoso simpatico umorista) intona subito un sfottò. La frase in questione colpisce il PaZz0 il quale lungo tutto il tragitto continua a ripeterla psicoticamente: “Se facciamo un incidente muore solo il conducente, Se facciamo un incidente muore solo il conducente, Se facciamo un incidente muore solo il conducente…..” Questo però rallenta l’incedere del bus; il motivo è chiaro: provate voi a guidare un pullman con una mano soprastante i genitali stessi…

Causa querele da parte di un abitante della Baviera (nda TU SAI CHI CAXXXX 6….), la descrizione della gara non sarà del tipo si parte, si va alla grande, c è la crisi, si riprende , poi discesa all impazzata, poi tutti contenti….Mi limiterò solo esprimendo due concetti filosofici di natura ancestrale: alla partenza si parte e all’arrivo si arriva.
In mezzo a questi due limiti spazio-temporali ho vissuto tante sensazioni di SOLO benessere. Nell’ordine:
- l’essere in compagnia dei compagni “arancini” durante il primo terzo della gara;
- le parole empatiche di conforto che ho udito dalla soave voce del Pres (nda la leccata di deretano alla dirigenza ci sta sempre) ;
- le dolci frasi che il Dobermann con tromba mi ha sussurrato: “ Varda che muso che te ga; te son ‘na merda; MAGNA,DIO….!!!!” ;
- l’obnubilamento della concezione del tempo. Dopo 35km di gara guardando il mio orologio vedo un omino che dalle lancette mi urla:”Ueh, pirla, sono dieci ore che corri…”, ma in realtà erano SOLO cinque….;
- il cedimento in località Frisanco che mi porta all utilizzo della famosa fiala velenosa (nda telefonino) per non cadere nelle mani del nemico e far finire le pene (nda ” Venitemi a prendere a Cavasso che mi ritiro…”)


Ma a Cavasso qualcosa succede. O le tende modello Oktoberfest che abbellivano la piazza o le endorfine che per fotosintesi clorofilliana si trasformarono in puro oppio o la ptomaina (nda per chi non lo sapesse o per chi presume un mio errore grammaticale, questa parola esiste!!! Quindi smettetela di leggere solo "Correre" e ri"correte" ad un dizionario della lingua italiana) bevuta avidamente al ristoro stesso, decido di proseguire.
E dopo gli ultimi 15 km sul greto del Cellina (nda come essere sul ponte di Venezia triplicato…) taglio il traguardo. Nessuna lacrima, nessun sorriso, solo un pensiero: ”SONO UN FINISHER!!! "
(nda non è vero, ma così creo molto pathos. Quello che effettivamente pensai non può essere trascritto neanche per un pubblico di soli adulti).

Cia 0

lunedì 4 ottobre 2010

MAGREDI MOUNTAIN TRAIL


Pensieri, ovvero sensazioni durante la corsa...

Ore 5.45 Trasporto in autobus (due piani) alla zona di partenza. Io, il PaZzO e il Bortol siamo seduti sui sedili dell'ultima fila. Mi sembra di partire per la gita scolastica...

Ore 6.00 Zona partenza. Un po' di riscaldamento con il Bortol. Buio tutto intorno a noi. C'è una lampada alogena su un tavolo sotto il gazebo. Appoggio lo zainetto da trail e la borraccia che vengono illuminati. L' immagine mi piace...

Ore 6.30 Sta per albeggiare e viene data la partenza. Ci immettiamo in un lungo rettilineo. Le "frontali" creano un particolare filo di luci. Sembra un altro mondo...

Ore 7.30 Corro sui Magredi seguendo una mountain bike. Mi chiedo se l'andatura sia adeguata ai 55k ma non mi dò una risposta e non ci penso più. Inizia la salita allo Jouf... Ora 30K in montagna...

Ore 8.00 Sto salendo, uno sguardo al Cellina sotto di me. - Sono già alto, penso. All'improvviso il sentiero si fa verticale e va dritto alla cima dello Jouf. Penso ad una ragazza della Protezione Civile trovata lungo il sentiero che stava leggendo un libro...

Ore 8.30 Sono in cima. Sotto il gazebo mi tolgo lo zainetto, cambio borraccia e mangio qualcosa. Saluto una collega venutami ad incitare ed inizio la discesa. Immagino come potrebbe essere la prossima salita e mi torna in mente il profilo altimetrico...

Ore 8.45 Attraverso la Pala Barzana. Trovo Luciano (Mercuryus) che mi incita. Penso al nostro comune esordio nelle Ultratrail...

Ore 9.30 Sto correndo su e giù per splendidi sentieri. Sono già 3 ore che macino Km. Penso alla fatica degli altri ragazzi che corrono e mi chiedo se sia come la mia...

Ore 10.00 Arrivo a Poffabro prima e Frisanco poi. Riconosco la piazza con la fontana. Vedo delle zucche. Inizia una lunga salita ma ci sono dei tifosi che mi danno forza. Penso che le gambe non sono male, riesco ancora a correre. Sento un sms al cellulare, immagino sia Claudia che mi incita. Mi viene in mente anche la marcia fatta a Ferragosto con il Dottore e amici della "da0a2000" sotto il diluvio universale. - Che grandi! -

Ore 10.30 Inizio il sentiero che porta a Cavasso Nuovo. In alcuni passaggi sono stati costruiti dei parapetto in legno. Penso che stanno bene in questo ambiente e che fanno la loro bella figura... Devo tornarci!

Ore 10.50 Arrivo a Cavasso Nuovo e sento musica. Sono stanco. Vedo lo Squalo del Cellina e family che sono venuti a fare il tifo. Penso che sono dei grandi!!
Improvvisamente vedo la Coca-cola e ne faccio il pieno. Mi sento già meglio...

Ore 11.30 Sto correndo sul greto del Meduna. Scambio qualche parola con Paolo che mi precede con la mtb. Ho molta fame, molta! Mancano 5K, non sono pochi quando ne hai già 50 nelle gambe. Mi volto più volte per controllare... Penso al fatto che pochi minuti prima ero in sentieri montani. Ora sono in un altro mondo...

Ore 12.00 Arrivo! Tolgo lo zainetto e lo alzo sopra la testa per tagliare il traguardo, voglio essere libero... E' fatta... Penso che l'essenza della corsa sia questo mondo, il mondo del trail. Con un sorriso mi dirigo verso la prima torta che vedo!
In alto: el Bortol, il PaZzO, il Maestro
Accosciato: il Geppo

Foto di gruppo con gli amici del Mercuryus ed Ivan