E se non c eri...Sono solo caxi tuoi.....
Il PaZz0 si desta e guarda il cielo: sole; ”L allenamento odierno può diventare interessante”, farfuglia tra se e se .
Appuntamento al bar di Tiezzo. Solo un motivo, spinge i nostri impavidi a recarsi in questo pio luogo; un grosso e prorompente motivo: la macchinetta del caffè...
“Finalmente qualcuno di nuovo da stremare”, sogghigna qualcuno notando una faccia inedita. Il gruppo è composto da: il Cico; il Dottore; Paolo; Roberto; Pier; Fabio ed il PaZz0. (nda il nickname è acquisito di diritto al terza presenza).
Dopo essersi dopati con miscele arabiche, i pellegrini partono per il santuario di Costa.
Lungo il tragitto, i nostri incrociano i fiaspini di Vallenoncello a caccia di notorietà lungo la strada che da Corva conduce a Pordenone.
“L organizzazione non poteva scegliere tratto migliore”, è uno dei commenti più gettonati, mentre si cerca di indovinare quale volto avrebbe fatto la sua porca figura sulla cronaca nera del lunedì.
Tra i possibili martiri, spicca una bella puledra: una giunonica mora che con fare incalzante si fa strada tra i manifestanti. ”Che razza di figa”, commenta qualcuno nascondendo una mano nei pantaloni alla ricerca dell attimo fuggente. Dopo pochi istanti, i nostri si accorgono di essere vittime di una delle migliori anamorfosi del noto pittore contemporaneo Marrazzo: la moracciona altri non è che un omaccione con folta chioma. Ma per i precoci, non c è stata via di fuga…
Il pellegrinaggio continua nell inconsapevolezza di che cosa sarebbe successo una volta arrivati alla meta.
Causa persistente maltempo dei giorni precedenti, a qualcuno venne in mente (nda A chi??? Boh??) una galoppata di pura potenza aerobica-anaerobica-alattacida sulla strada asfaltata che dal santuario, della sempre vergine, immacolata, incoronata (e chi più ne ha più ne metta), porta alla Bornassa - resa camera ardente per l occasione.
Al parcheggio del santuario, però, i piani sono stravolti da una visione: un costone, tanto caro ai timorati da Dio noto come “il Calvario dello Gnomo”, sta brillando di luce propria. (La paternità del nome è da attribuire a Darwin. Egli notò che questo personaggio fiabesco per sopravvivere, al clivio in oggetto, accentuò notevolmente la curvatura della colonna vertebrale).
Qualcuno (?) riesce a sedurre ed abbacinare il resto della ciurma. Frastornati dalle lusinghe, i nostri impavidi decidono quindi di cimentarsi sulla variante gnomosa - improponibile in caso di maltempo (forse...).
E si comincia. Già nel riscaldamento s odono frasi composte nelle quali i soggetti sono svelati solo da un minuziosa analisi grammaticale: dio e la madonna...
Finita la prima salitina, una leggera discesa conduce alle porte degli inferi.
L ora è giunta: parte la variante 'gobba'. Presto l acido lattico intacca e necrotizza i tessuti proteici dei partecipanti. La corsa frenetica si fa passo sostenuto; poi cauto; poi sofferente; infine agonizzante…e quando oramai, i nostri, non più gagliardi, chiedono di usufruire del 2 per 1 (sacra unzione con intercessione in omaggio), un cartello recante delle scritte in aramaico decreta la fine della parte “dura”.
A questo punto il gruppo è sfaldato; i primi reclamano la continuazione fino in Piancavallo, ma la troppa neve e la giornata calda preoccupano il PaZz0, il quale in caso di una slavina dovrebbe fare i conti con la propria coscienza per aver lasciato dei figli senza padre e delle mogli assetate da soddisfare…
In attesa di ricompattare la ciurma, il Cico e il Dottore proseguono per un centianaio di metri verso l alto mentre i restanti cominciano piano piano ad affrontare il falsopiano che conduce al sentiero di ritorno.
Dopo una quarantina di minuti ecco arrivare il servizio scopa riconoscibile da una valanga di bestemmie in dialetto azzanese. Le dolci parole che si diffondono via etere richiamano il Dottore e il Cico i quali, felici come due bambini, scendono precipitosamente, dalla traccia intrapresa, usufruendo di un variante erbosa.
”Da dove siamo scesi si potrebbe tracciare un km verticale “, mormorano tra di loro; “Ottima idea, ma bisogna partire da più sotto”, replica il PaZz0.
Tratti di sentiero avvolti da orridi, neve, pantano e ghiacchio rallentano la comitiva in discesa. Dopo una trentina di minuti ecco l asfalto. Adesso sono solo 4 i kilometri che ci separano dalla Bornassa. Fortunatamente il contatto con la “materia grigia” viene interrotto pochi tornanti dopo: ci pensa il Cico a indirizzare ipresenti su di un ripido sentiero verso l agognata meta.
Arriviamo; troviamo una sorgente dalla quale sgorga acqua: acqua di fogna diffusa e resa potabile da un rubinetto dalle fattezze cimiteriali.
La strada di ritorno è lunga (nda 8 km su asfalto). Dopo qualche curva e taglione, il gruppo si spezza: il Dottore e il Cico, in giornata di grazia optano per un sentiero tecnico (nda che li condurrà all attacco del km lanciato), mentre gli altri procedono per l asfalto.
Chi risente pesantemente dell allenamento è il PaZz0 il quale, colto da una deplezione di glicogeno della madonna, si pianta e non riesce più a correre nemmeno in discesa. Per lui gli ultimi 3 km alla macchina sono una via crucis. “Inutile qualsiasi tipo di giustificazione”, gli fa notare qualcuno.
Alla arrivo l ipoglicemico elemosina una barretta energetica, dei crostoli, delle fritoe, o una fritoa….Gli viene in soccorso il Dottore che gli porge una bustina di maltodestrine dicendo :"Sono 60 euro senza fattura".
Felici, spossati e contenti i nostri eroi si recano al bar del santuario, ma trascurano un piccolo particolare: dei prestanti giovanotti usciti poco prima dal luogo di culto hanno già occupato questo ristoro. Strane idee balzano per la testa dei presenti:”In attesa si potrebbe rifare il pezzo duro dello gnomo”. Ma, questa
volta, c è chi rivolge lo sguardo spento in altro luogo; un luogo in cui riposare: un comodo letto a due piazze in una ridente casa di riposo avianese.
Saliti in macchina, lungo la strada di ritorno, giunge una notizia ANSA: dopo il cross, Mr.T è stato visto inerpicarsi su nuove linee verticali. Contattato, l interessato fa sapere:“ ‘Il Muro del Pianto’ è stato tracciato… “
Si ringraziano tutti i partecipanti tranne il responsabile del servizio scopa per le troppe lamentele espresse.
Il PaZz0 si desta e guarda il cielo: sole; ”L allenamento odierno può diventare interessante”, farfuglia tra se e se .
Appuntamento al bar di Tiezzo. Solo un motivo, spinge i nostri impavidi a recarsi in questo pio luogo; un grosso e prorompente motivo: la macchinetta del caffè...
“Finalmente qualcuno di nuovo da stremare”, sogghigna qualcuno notando una faccia inedita. Il gruppo è composto da: il Cico; il Dottore; Paolo; Roberto; Pier; Fabio ed il PaZz0. (nda il nickname è acquisito di diritto al terza presenza).
Dopo essersi dopati con miscele arabiche, i pellegrini partono per il santuario di Costa.
Lungo il tragitto, i nostri incrociano i fiaspini di Vallenoncello a caccia di notorietà lungo la strada che da Corva conduce a Pordenone.
“L organizzazione non poteva scegliere tratto migliore”, è uno dei commenti più gettonati, mentre si cerca di indovinare quale volto avrebbe fatto la sua porca figura sulla cronaca nera del lunedì.
Tra i possibili martiri, spicca una bella puledra: una giunonica mora che con fare incalzante si fa strada tra i manifestanti. ”Che razza di figa”, commenta qualcuno nascondendo una mano nei pantaloni alla ricerca dell attimo fuggente. Dopo pochi istanti, i nostri si accorgono di essere vittime di una delle migliori anamorfosi del noto pittore contemporaneo Marrazzo: la moracciona altri non è che un omaccione con folta chioma. Ma per i precoci, non c è stata via di fuga…
Il pellegrinaggio continua nell inconsapevolezza di che cosa sarebbe successo una volta arrivati alla meta.
Causa persistente maltempo dei giorni precedenti, a qualcuno venne in mente (nda A chi??? Boh??) una galoppata di pura potenza aerobica-anaerobica-alattacida sulla strada asfaltata che dal santuario, della sempre vergine, immacolata, incoronata (e chi più ne ha più ne metta), porta alla Bornassa - resa camera ardente per l occasione.
Al parcheggio del santuario, però, i piani sono stravolti da una visione: un costone, tanto caro ai timorati da Dio noto come “il Calvario dello Gnomo”, sta brillando di luce propria. (La paternità del nome è da attribuire a Darwin. Egli notò che questo personaggio fiabesco per sopravvivere, al clivio in oggetto, accentuò notevolmente la curvatura della colonna vertebrale).
Qualcuno (?) riesce a sedurre ed abbacinare il resto della ciurma. Frastornati dalle lusinghe, i nostri impavidi decidono quindi di cimentarsi sulla variante gnomosa - improponibile in caso di maltempo (forse...).
E si comincia. Già nel riscaldamento s odono frasi composte nelle quali i soggetti sono svelati solo da un minuziosa analisi grammaticale: dio e la madonna...
Finita la prima salitina, una leggera discesa conduce alle porte degli inferi.
L ora è giunta: parte la variante 'gobba'. Presto l acido lattico intacca e necrotizza i tessuti proteici dei partecipanti. La corsa frenetica si fa passo sostenuto; poi cauto; poi sofferente; infine agonizzante…e quando oramai, i nostri, non più gagliardi, chiedono di usufruire del 2 per 1 (sacra unzione con intercessione in omaggio), un cartello recante delle scritte in aramaico decreta la fine della parte “dura”.
A questo punto il gruppo è sfaldato; i primi reclamano la continuazione fino in Piancavallo, ma la troppa neve e la giornata calda preoccupano il PaZz0, il quale in caso di una slavina dovrebbe fare i conti con la propria coscienza per aver lasciato dei figli senza padre e delle mogli assetate da soddisfare…
In attesa di ricompattare la ciurma, il Cico e il Dottore proseguono per un centianaio di metri verso l alto mentre i restanti cominciano piano piano ad affrontare il falsopiano che conduce al sentiero di ritorno.
Dopo una quarantina di minuti ecco arrivare il servizio scopa riconoscibile da una valanga di bestemmie in dialetto azzanese. Le dolci parole che si diffondono via etere richiamano il Dottore e il Cico i quali, felici come due bambini, scendono precipitosamente, dalla traccia intrapresa, usufruendo di un variante erbosa.
”Da dove siamo scesi si potrebbe tracciare un km verticale “, mormorano tra di loro; “Ottima idea, ma bisogna partire da più sotto”, replica il PaZz0.
Tratti di sentiero avvolti da orridi, neve, pantano e ghiacchio rallentano la comitiva in discesa. Dopo una trentina di minuti ecco l asfalto. Adesso sono solo 4 i kilometri che ci separano dalla Bornassa. Fortunatamente il contatto con la “materia grigia” viene interrotto pochi tornanti dopo: ci pensa il Cico a indirizzare ipresenti su di un ripido sentiero verso l agognata meta.
Arriviamo; troviamo una sorgente dalla quale sgorga acqua: acqua di fogna diffusa e resa potabile da un rubinetto dalle fattezze cimiteriali.
La strada di ritorno è lunga (nda 8 km su asfalto). Dopo qualche curva e taglione, il gruppo si spezza: il Dottore e il Cico, in giornata di grazia optano per un sentiero tecnico (nda che li condurrà all attacco del km lanciato), mentre gli altri procedono per l asfalto.
Chi risente pesantemente dell allenamento è il PaZz0 il quale, colto da una deplezione di glicogeno della madonna, si pianta e non riesce più a correre nemmeno in discesa. Per lui gli ultimi 3 km alla macchina sono una via crucis. “Inutile qualsiasi tipo di giustificazione”, gli fa notare qualcuno.
Alla arrivo l ipoglicemico elemosina una barretta energetica, dei crostoli, delle fritoe, o una fritoa….Gli viene in soccorso il Dottore che gli porge una bustina di maltodestrine dicendo :"Sono 60 euro senza fattura".
Felici, spossati e contenti i nostri eroi si recano al bar del santuario, ma trascurano un piccolo particolare: dei prestanti giovanotti usciti poco prima dal luogo di culto hanno già occupato questo ristoro. Strane idee balzano per la testa dei presenti:”In attesa si potrebbe rifare il pezzo duro dello gnomo”. Ma, questa
volta, c è chi rivolge lo sguardo spento in altro luogo; un luogo in cui riposare: un comodo letto a due piazze in una ridente casa di riposo avianese.
Saliti in macchina, lungo la strada di ritorno, giunge una notizia ANSA: dopo il cross, Mr.T è stato visto inerpicarsi su nuove linee verticali. Contattato, l interessato fa sapere:“ ‘Il Muro del Pianto’ è stato tracciato… “
Si ringraziano tutti i partecipanti tranne il responsabile del servizio scopa per le troppe lamentele espresse.
Ho fatto ben a non venire!
RispondiEliminaUn colore più allegro no?????
RispondiEliminaGià spaventa il titolo, e non mi voglio addentrare nei contenuti!!!
Grazie per il suggerimento
RispondiElimina