Arriviamo ad AURONZO verso le 18.30, ci presentiamo a ritirare il pettorale, ma c'è spiegato che per il ritiro occorre presentate il materiale obbligatorio, quindi ci dirigiamo in macchina per mettere il tutto nello zaino, ma…… C….. abbiamo dimenticato i bicchieri, ed io mi accorgo che mi manca anche il fischietto. Ci dirigiamo, di corsa verso il centro del paese e li acquistiamo ciò che ci manca. Mettiamo il tutto dentro lo zaino è ci presentiamo per il ritiro del pettorale, una volta prelevato, il Fisio decide di riposarsi un po’, mentre io decido di fare un giro in paese, è alla prima gelateria che trovo, mi fermo a prendere la mia solita quantità esagerata di gelato.
Alle 20.45 ceniamo con pasta, Coca Cola e MONSTER, dopo di che verso le 22.30 ci vestiamo prima del Briefing. Una volta deciso per l’abbigliamento lungo, mi arrovello non poco per decidere quali scarpe usare, dopo averle provate e riprovate scelgo le Inov. Alle 23.00 c’è il Briefing con cui ci comunicano che il percorso sarà modificato, visto alcune frane scese durante le giornate precedenti, niente Rifugio Carducci, forcella Giralba, Piani di Cengia,(Hippie !!!!!), ma ascesa per il Rifugio Auronzo, per poi proseguire verso il Locatelli e quindi ritornare su tracciato originario.
Ore 0:00 partiti, giro il mio sguardo verso Andrea (Azzano Runners) e il suo amico e non ho nemmeno il tempo di iniziare i primi passi, che Fisiotrappista è già sparito, non lo vedo, penso “come sempre dice di partire piano ma non sa resistere”, al via, diventa un MONSTER. Alla fine della rampa lo vedo lì che mi aspetta, quindi gli confermo che se vuole correrla a tutta può andare, non riesco affrontare 90 Km a birra. Con un accenno mi rassicura che la vuole farla assieme, quindi correndo adagio, passiamo tutto il paese e usciti, a sinistra imboccando la ciclabile che ci porterà fino a località GIRALBA. Qui proseguiamo per la strada statale, e da lì a poco giriamo a destra per imboccare la strada che ci porterà all’attacco del sentiero n. 1104 fino a raggiungere il rifugio AURONZO. La prima parte è corribile, la seconda parte inerpica, devo con tutto me stesso frenare lo scalpitante Fisioterapista, che appena può allunga il passo dovendo poi rallentare per aspettarmi. Il cielo stellato ci fa da cornice, oltre le centinaia di pile frontali che ci accompagnano per la salita, dal basso si vede una serpentina di luci che corrono verso il cielo. Man mano che saliamo la temperatura diminuisce e giunti all’AURONZO alle 2:20, scorgiamo nella penombra le mitiche TRE CIME, proseguiamo fino alla Capella degli Alpini (2314 Mt.), dove troviamo il primo ristoro, lì mangiamo e ci vestiamo visto la temperatura di tre – quattro gradi.Proseguiamo poi per il Rifugio LAVAREDO e poi per il Rifugio LOCATELLI, giunti quasi al rifugio svoltiamo a sinistra ed imbocchiamo il sentiero n. 102.DISCESA……, non ho il tempo di pensare, mi butto giù a capo fitto senza remore, tagliando, a volte la mia irruenza sfiora altri concorrenti, ma non ho il tempo di scusarmi, vado di fretta, (non penso che mancano ancora 70 Km all’arrivo), non guardo nemmeno se il Fisio e dietro di me, corro e basta, la luce della mia pila frontale illumina il percorso, non sento nemmeno il freddo, ho voglia di correre, di lasciarmi alle spalle più concorrenti possibili, le gambe mi tengono, incurante del pericolo, giungo alla fine. Mi fermo, decido poi di correre lentamente, so che il Fisio, vista la sua preparazione, da lì a poco mi raggiungerà. Arriva, mi chiede, dove ero finito, visto che al bivio per il LOCATELLI ero dietro di lui, gli spiego che ho tagliato e che ho cercato di chiamarlo ma non avevo ricevuto alcuna risposta. Mah!!, veramente qualcuno mi ha risposto, ma era una certa Roberta, e poi non c’è lo fatta a resistere, era una gran bella discesa, gli dico, e quindi …...Proseguiamo per la VAL RIMBON fino a scendere a circa Mt. 1600, svoltiamo a sinistra per la VAL RIMBIANCO, lì facciamo l’alba. Il cielo è coperto, spero che non piova, qui l’irruento Fisio appena vede la salita scalpita come uno stambecco, quindi fa corsa a se, non ho la forza di salire a quel ritmo, decido di proseguire con il mio passo, ho una fame bestia, vorrei fermarmi, ma…….. non l’ho vedo più, quindi a denti stretti proseguo. Giunti al Pedaggio MAUT, ci fermiamo, lì con aria sorniona, il Fisio sbeffeggiandomi, mi chiede, dove ero finito. Gli confermo che ho avuto una crisi di fame che non riuscivo a tenere il suo passo. Facciamo colazione. Ripartiamo verso MISURINA, correndo su e giù, su strada forestale e su un lungo sentiero, fino a raggiungere il primo controllo a FEDERVECCHIA (1368 Mt.) dopo aver percorso circa Km 42. Sono le 7:10. Cambiamo i vestiti da pesanti a corti, ristoriamo con panini, coca-cola e sali, e poi di nuovo via di corsa verso l’altra metà del percorso. Qui, attraversiamo la Foresta di SOMADIDA verso val di San Vito, e in leggera salita, ma spinti dal voler correre in compagnia di due ragazze (nda Moira e Kate ne sono a conoscenza???), proseguiamo spediti verso l’inizio del prossimo calvario, Forcella GRANDE 2260 Mt.
Con passo veloce percorriamo il primo tratto sotto un fitto boschetto, per poi ritrovarci in pieno sole, ma per fortuna che oggi ci sono nuvole. Il Fisio, impaziente di arrivare in cima, decide di allungare il passo. Mi stacco, a metà della salita (ben 8 km); devo fermarmi; ho finito il carburante e, non vedendo più il Fisio, decido di sedermi su una roccia e mangiare. Riparto, dopo un Km vedo il Fisio che mi aspetta. Ripartiamo insieme fino giungere in Forcella. Finalmente DISCESA………...Come al Locatelli decido di buttarmi giù senza remore, tagliando il più possibile (hi, hi, hi,), giungo al Rifugio S. MARCO (1823 Mt.) , da SOLO. Lì incontro uno del Mercury che avevo conosciuto in una uscita con il Pazzo e Mr. T, sopra le valli di Cordignano, sdraiato e distrutto, mi racconta di aver abbandonato la gara, perché per ben due volte era svenuto (al momento del ritiro era trentesimo). Al Rifugio bevo una coca cola e un caffè aspettando nel frattempo il Fisio, che arriverà da lì a poco. Dissetatosi anche lui, con coca cola e caffè, ripartiamo per Forcella PICCOLA (2120 Mt.). Di nuovo un tratto di falso piano e poi su, su, su in una serpentina che sembra non finire mai, sono lunghissimi questi tre km che ci separano dalla Forcella. Malediciamo chi ci aveva illuso che saremo arrivati velocemente. Nonostante la fame, decidiamo di raggiungere il Rifugio GALASSI, sperando di trovare lì il sospirato rifornimento, e invece, dobbiamo scendere ancora per ben altri quattro km. Arriviamo alla CAPANNA DEGLI ALPINI (1395 Mt.) alle 12.20, ultimo controllo. Fin qui abbiamo percorso circa 62 km.(Foto estratta dal sito della LUT)(Foto estratta dal sito della LUT)(CAPANNA DEGLI ALPINI)Qui mangiamo una pasta e ci riposiamo per quindici minuti, anche costretti dal solito salto in bagno del Fisio. Questa volta, mi sparo anziché una coca-cola, una bella Birra fresca. Ci rifocilliamo ben bene e poi ripartiamo per l’ultima salita (credevamo).Facciamo il primo tratto di strada bianca camminando, sapendo che ci attendevano ancora 28 km, di cui ben tre - quattro chilometri in salita con un dislivello di circa 800 Mt (nda GNOMO DOCET!!!). Con un buon passo iniziamo la salita, questa volta precedo il Fisio, che un po’ stanco cerca di salire con un bastone come appoggio, in questo tratto ci affianca un concorrente con cui avevamo fatto un gran tratto di strada fino quasi a Forcella GRANDE, saliamo talmente bene che lo stacchiamo e ne raggiungiamo altri. Dopo più di un’ora arriviamo al Rifugio CHIGGIATO (1911 Mt.), il tempo di bere e di mangiare una barretta ripartiamo, pensando che ormai avevamo fatto il più, e che da li in poi, sarebbe stata una passeggiata in discesa, fino all’arrivo, ed invece !!!!!!! Percorriamo venti chilometri di sentiero e mulattiera bianca che sale e scende di continuo fino ad arrivare all’ultimo ristoro Rifugio BAION (1828 Mt.), qui ci mancano ancora 16 km, speranzosi di farli solo in discesa, facciamo l’ultimo spuntino, e l’ultima Coca Cola, poi ripartiamo di buona lena, ma ci accorgiamo subito che la musica non cambia. Per tutto il tragitto non facciamo altro che imprecare (QUESTI SON PAZZI, CHE CA…. DI FINALE, DIO DI QUA DIO DI LA). Giunti a Col BURGION (1666 Mt.), prendiamo il sentiero n. 271 che ci porterà al Monte AGNUDO (1573 Mt.) per poi prendere la mulattiera, fino a ricongiungerci con la strada bianca ed infine di nuovo sentiero fino alla strada asfaltata, li raggiungiamo parecchi concorrenti che lasciamo sul posto per correre a più non posso (4,20- 4,30 al kilometro) verso l’AMBITO traguardo.
Prima di raggiungere il ponte vicino al Lago, vediamo venirci incontro due facce finalmente note, GIUSTO e LAURA, che ci incitano fino al traguardo. L’ultimo kilometro è un piccolo saliscendi con rampa finale, ma poco importa, la voglia di arrivare ci spinge a correre fino al traguardo; qui giungiamo dopo 18 ore e 19 minuti, stanchi ma felici per l’impresa. Ora si, che ci meritiamo una sacrosanta birra.
Vorrei ringraziare tutti quelli che in questi mesi ci hanno sostenuto con duri allenamenti e sopportato (Moira, Leo, Kate, Azzeccagarbugli, il PaZz0, il Maestro, Dottore, Mr. T, il Saggio, lo Zar, Giusto, Laura, il Capo, el Bortol (ex-MagnavOvi), Bubac ecc….) ma vorrei ringraziare particolarmente MAURI (Fisio), con cui ho condiviso questa splendida avventura.
GRAZIE A TUTTI
BRAVIIIII !!!!!!!
RispondiEliminaORMAI SIETE MITO.
Sulla penultima foto vedo il Cico al telefono con le orecchie "sottostanti alle stesse". Che stia parlando con chi penso io???
RispondiEliminaMERAVIGLIOSI!!!
RispondiEliminaleggendo il racconto è indubbio che una impresa/avventura tale può essere affrontata solo da chi possiede una buona dose di follia, senza nulla togliere alla preparazione fisica e mentale che uno deve maturare per poter arrivare in fondo.
RispondiEliminaNon mi resta che dire COMPLIMENTI a voi folli umani
complimentoni!! Io mi sarei fermato al primo rifugio :)
RispondiEliminanON C è NE FReGa UN cAXXX DI dOVE TI sAREsTI fERMATO.....
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