sabato 1 maggio 2010

IL GIORNO SE N'ANDAVA . . .



Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno
toglieva li animai che sono in terra
da le fatiche loro; e io sol uno
m’apparecchiava a sostener la guerra
sì del cammino e sì de la pietate,
che ritrarrà la mente che non erra



Ci siamo permessi di citare Dante per cercare di descrivere il meraviglioso contrasto tra la quiete totale che solo la notte riesce a creare, e la fatica del singolo che diventa ancora più solitaria salendo la via che porta alla cima…







Lo “gnomo” notturno si trasforma in un’altra creatura, misteriosa ed affascinante e non ti lascia scampo. Vieni ammagliato dalla sua bellezza; come un profumo irresistibile ti inebria e non riesci più a farne a meno; lo segui dovunque ti porti, passo dopo passo; non puoi lasciarlo andare perché oramai fa parte di te. I confini non sono più nitidi, tutto diventa etereo. Chi sono io? Chi è lui? La risposta non è più possibile a questa altezza e con questa oscurità che protegge ma incute anche timore. Una sola cosa rimane identificabile e concreta: la fatica… Ed è un bene, perché ti permette di rimanere ancorato al mondo concreto che, altrimenti, sfuggirebbe lasciandoti a vagare tra le stelle… per l’eternità…









Alla prossima luna piena...

1 commento:

  1. Sembrate dei minatori in realtà....comunque sempre i soliti pazzi scatenati.
    Ciao Fabio

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