martedì 26 ottobre 2010

COL SCUSSAT



24 ottobre 2010

FIBRA ROSSA BATTE FIBRA NERA E CONQUISTA IL COLLE!

lunedì 18 ottobre 2010

DOMENICA 17/10/2010 : PROGRAMMA DI ALIMENTAZIONE PERSONALE

FECI PRIMA DELLA LAVORAZIONE

Golosa Ptomaina
Crusca arrovellata
Budella di capra
Insalata di croste di naso

Ore 530, il PaZz0 si alza preoccupato. “Che sia il caso di fare colazione come da piano alimentare?”, questo è il dilemma.
La sua preoccupazione deriva dal fatto che il cambio delle abitudini da tavola impostogli 3 giorni fa da un nutrizionista, dietro lauto pagamento, gli creò non pochi problemi durante un allenamento: 3 episodi di diarrea violenta. Ricordiamo che nell'occasione, questi eventi furono apostrofati dal Maestro con frasi del tipo: “Ti faccio cagare addosso, eh??!?!?! I ritmi duri, eh?!?!?...”
Ma ritorniamo alla colazione. Ci pensa un attimo...ancora un po’...e dice : “OK!”. Prepara cerali, banana, marmellata, yogurt e ricotta; trangugida avidamente.
Il tempo è splendido, eccezionale...pioggia a dirotto.
Ore 820, si dirige verso la residenza del Maestro con un ombrellino rubato in una casa di riposo. Arrivato a destinazione viene subito allontanato dalla Claudia (nda alla quale bisognerà trovare un nickname) la quale non gradisce che un consiglio del nutrizionista si stato applicato in maniera pedissequa dal PaZz0: assunzione massiccia di aglio e cipolla come antiossidanti.
Ore 830, i due cerziorano VERGOGNOSAMENTE che tutti gli atleti attesi non arrivano. A questi felloni si ribadisce questo concetto: SOLO IN CASO DI GRANDINE GLI ALLENAMENTI NON AVRANNO LUOGO (nda fino a nuova circolare interna ).
In merito all'ammutinamento soprastante a se stesso, un ANONIMIO BAVARESE stamattina ha commentato alla direzione: "Comunque ho capito come vanno le cose nel vostro gruppo: finche' c'e' bel tempo siete una decina, poi quando il tempo si fa' duro rimanete in due e quei altri rimangono sotto le lenzuola coniugali a dire alla moglie: "varda che bravo rimango la domenica con te" e la moglie pensa: "acc devo disdire"...."[nda Parole santamente atee (nda ossimoro di buon gusto)].


Si attendono ancora 5 minuti, nell'INUTILE attesa di qualche ritardatario eeeeee... si comincia!!!! Il branco formato dal il Maestro e il PaZz0 comincia a scorrazzare per i sentieri laidamente fangosi del dardaghese.
“I me ga lassà de novo da solo con lù”, questo il primo pensiero del PaZz0. Infatti, quando l'allenamento diventa così intimo sono sempre cazzi suoi. Ed è proprio così. Fin dalle prime battute il ritmo è allegro con brio.
In men che non si dica i nostri si trovano ad affrontare i piacevoli sali e scendi tra i colli di Budoia.
La compagine prosegue compatta fino a Polcenigo, ma nella conquista di San Floriano qualcuno comincia a perdere colpi...”Beh, non siamo neanche a metà”, questo qualcuno farfuglia tra se e se...
Poi l ascesa a Mezzomonte tra una pioggia sempre + battente ed un vento che comincia a congelare completamente le gambe dei nosti.
A risentirne in maniera violenta è il PaZz0 il quale, indossando un pantalone aderente alla zuava, ha il polpaccio villoso esposto alle intemperie. Procedendo verso il parco giochi di Dardago, il calore freddo (NDA un altro splendido ossimoro) dal suo tricipite surale si trasferisce al suo quadricipite femorale. Tuttavia la sua corsa non ne risente e diventa elastica come l'acciaio...
Ad un certo punto delle grida squarciano il cielo: "DAI, CAZZZZZOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!". Il Maestro dalle antevie chiede preoccupato cosa mai ci fosse. ”Niente gridavo contro me stesso”, la risposta.
La pioggia continua a battere, il vento continua implacabilmente a soffiare, ma i nostri continuano stoicamente a macinare metri fino ad arrivare dopo 120 minuti al punto di arrivo che non era niente popo di meno che il punto di partenza.
Foto di rito con sguardi languuidamente teneri (vedi foto sotto) e poi via a casa a rifocillarsi come il galateo insegna (vedi foto ancora più sotto).




venerdì 15 ottobre 2010

UN MIRIFICO LIBELLO

Buongiorno a tutti,
siccome mi sono rotto il ca@@o di leggere i vostri raccontini da fungaioli vestiti da skyrunners... prego buttare un occhio alle foto (in realtà sono diapo) in allegato, datate 14.08.2000, quando ancora non esisteva lo skyrunning in regione, nè il vostro sito... ma un gruppo di metallari alcolizzati già faceva quello che ora voi preparate con mesi di "massacranti" allenamenti... ora le foto:

1) partenza da Ornedo all'alba (non alle 9.00 come qualcun altro trovato per troi di recente...);

2) sosta sulla passeggiata delle malghe (ah si, percorso seguito lungo la lama che mi pare voi chiamate "il calvario"...);

3) pranzo a piancavallo, se aguzzate la vista scorgerete gli integratori dell'epoca...;

4) attacco Manera; come vedete siamo rimasti in 2 causa temporale che ha dissuaso i più a proseguire... credo le faccie dicano abbastanza...;

5) in cima Manera, a 0 gradi con il cordino che "friggeva" per chi conosce il gergo dei climber...;

6) l'arrivo ad Ornedo con tutti gli altri.

p.s. gli zaini erano di quelle dimensioni per far stare sacco a pelo e cibarie per dormire al Semenza e far festa il 15 in cima Manera... altro che camelback...

p.p.s. il ritorno fatto ovviamente con carico del sacco condominiale di scovasse (fino al pianca)...


E ora andate tutti ad allenarvi, prima che guarisca alla caviglia e vi faccia un culo così!


Il Vichingo






sabato 9 ottobre 2010

DA ZERO A 2200 D+ 35 KM (UNOFFICIAL)


Partiamo dal parcheggio di DARDAGO (200 Mt. circa), verso le 8.45, Cico e l’Azzeccagarbugli, soli, gli altri compagni di sventure, quest’oggi hanno denigrato questa sfida, chi per la maratona del Vino a Butrio nel tentativo di battere il proprio tempo in ombre..(Doctor), chi in una scampagnata sui Magredi sperando di vincerla (Maestro, PaZz0), chi ad allenarsi con la moglie per battere tutti a New York (Fisio). Imbocchiamo il sentiero 990, e con passo spedito facciamo i primi kilometri, ma oltrepassato le palestre di roccia, svoltiamo a destra è lì sentiero inerpica bruscamente, quindi rallentiamo.


Usciti dal boschetto, il percorso ci, da tregua, quindi proseguiamo verso Casera Castaldia (1108 Mt.), ma per arrivarci il tracciato si fa sempre più incerto, visto che gli organizzatori del corsa (il Maestro e il PaZz0) si dimenticano di ripulirlo dalle erbe infestanti e dalle zecche, quindi giunti in Casera, mi tolgo le scarpe per asciugare i calzini fradici d’acqua, e disquisendo con l’Azzeccagarbugli gli ricordo che al nostro ritorno avremo dovuto far ricorso contro quei due rin……. per le condizioni del tracciato, oltre ad ringraziarli!!!!
Arrivati a Piancavallo, dopo aver girovagato a vista per mancanza di riferimenti gli ultimi chilometri di salita, decidiamo di rifocillarci. E dopo un breve pit-stop, riprendiamo a correre in direzione dell’attacco del 924, ma per un istante sbaglio strada, anziché girare verso le palestre di roccia svolto a destra, e dopo un breve tratto mi accorgo di essere fuori rotta, quindi ritorniamo su nostri passi, e de qui che per la prima volta l’Azzeccagarbugli un po’ scocciato, impreca per la fatica gratuita, ma non sa che di fatica gratuita oggi dovrà farne molta (hi! hi! hi!.......)

Giunti all’attacco del 924, memori della difficile discesa che le nostre fragile membra avevano già calpestato alla Sky Race del Monte Cavallo, iniziamo la salita molto lentamente, sia per il percorso assai viscido sia per le difficoltà.

Dopo quasi tre ore e mezza di fatica, ho la prima crisi di fame della giornata, quindi ci fermiamo e decidiamo di mangiare, mentre discutiamo di quanta strada, dobbiamo ancora fare, si apre il cielo e chi vediamo scendere all’orizzonte? una faccia familiare, non crediamo hai nostri occhi quando riconosciamo quel volto, è IVO (alias il Vichingo), il redivIvo, l’ultima volta lo avevamo visto il 18 luglio di quest’anno (Sky Race di Canazei), da quel giorno, si erano perse le sue tracce, qualcuno dice che: per l’ irreparabile onta di vergogna subita dal Pazzo, lo avevano visto incamminarsi verso Santiago di Compostela, chi lo aveva visto, invece, ubriacarsi alle feste paesane, altri diretto verso OBERHAUSEN deciso a spadellare il Polpo PAUL. Ritiratosi ormai dalle corse, si mormora abbia intrapreso una nuova carriera agonista, la passeggiata domenicale tra i monti con gli amici.

Dopo i saluti di rito, riprendiamo a salire e giunti all’inizio della ferrata, ci arrampichiamo senza protezioni, e dopo quasi quattro ore giungiamo in cima al Monte Cavallo, la tanto agognata CIMA MANERA (2051 Mt.)(NDA NON SONO 2051!!!!).


Dopo le consuete foto e le solite frasi di rito sul libro CAI, decidiamo di scendere velocemente, visto il gelido vento che tira oggi in vetta.
Riscendiamo la ferrata, in modo spedito rifacciamo il medesimo percorso dell’andata, ogni tanto devo fermarmi per aspettare l’Azzeccagarbugli che a causa del terreno scivoloso e delle sue scarpe di m….., scende come il Capo, piano, piano………
Giunti di nuovo in paese, ci dirigiamo speranzosi verso il Ristorante Roncjade col desiderio di gustarci una tanto agognata Coca Cola, ma è chiuso, dallo sconforto ci sediamo sulla panchina esterna, e dopo un minuto sbuca fuori un’esile donna che con accenno straniero e a gesti ci conferma che il locale riaprirà solo a novembre. Con fare disperato l’Azzeccagarbugli chiede mestamente se poteva almeno esaudire il nostro desiderio, pagando il dovuto, ma ci chiude la porta, ormai sconsolati tiriamo fuori l’ultime riserve alimentarie ed iniziamo a mangiare, ma da lì a poco con fare molto gentile vediamo ricomparire la signor con in mano due lattine di Coca Cola, chiediamo quanto dobbiamo, ma con un cenno ci dice di lasciar stare (vorrei ringraziare vivamente costei per la gentilezza mostrataci).
Dopo aver preso visione di quale tracciato seguire per il ritorno, partiamo verso la Baracca del SAUC, giunti lì nonostante le medesime rimostranze dell’Azzeccagarbugli, che avrebbe voluto proseguire per la madonna delle nevi o per il tracciato dell’andata, lo convinco a riprendere il 990 in direzione Casera Campo.
Dopo un tre-quatrocento metri in salita, e con le continue lamentele dell’Azzeccagarbugli a cui compaiono i primi segni di stanchezza e crampi, perdiamo il sentiero, hai me!!, di segnali nemmeno l’ombra, l’erba talmente alta e la nebbia che inizia a calare, ci impediscono di vederli, quindi, mi rassegno , propongo di ritornare sui nostri passi, ma a queste parole, e con voce molto seccata L’Azzeccagarbugli mi risponde che non avrebbe fatto nemmeno un metro in ritroso, è che dovevamo assolutamente proseguire. Continuiamo, quindi, a caso, e la buona sorte fa si che sbuchiamo sulla strada asfaltata che porta proprio in Casera, seguitiamo a salire fino a quando non scorgiamo sulla sinistra nuovamente il segnale del 990.
Ripreso il sentiero dopo poche decine di metri, cominciamo a scendere, quindi rincuorato, per il cambiamento di rotta (scendiamo finalmente !), proseguiamo velocemente, ma questo momento di euforia dura un attimo, svanisce poco dopo, perché qui i segnali spariscono, l’erba è talmente alta, che ormai viaggiamo a sensazioni, anticipo l’Azzeccagarbugli nella discesa ma non so nemmeno io dove sto andando, il guaio è che la nebbia sta calando in fretta e in certi momenti non riuscivamo a scrutarci. Ogni uno di noi, preso dallo sconforto, segue il proprio cammino, fino a ritrovare l’agoniato 990, poco dopo giungiamo all’incrocio con il sentiero 984 A , qui mi sento a casa, visto che quella via la conoscevo molto bene, saliamo un duecento metri è giunti nelle vicinanze del canalone ci buttiamo dentro, grazie al terreno ghiaioso ci buttiamo giù a bomba e da li a poco giungiamo alla strada asfaltata che ci porterà poi sul tracciato dell’ARTUGNA fino ad arrivare, dopo oltre otto ore alla macchina.

martedì 5 ottobre 2010

MAGREDI MOUNTAIN TRAIL PT.2


....OVVERO IL MIO PRIMO ULTRA-TRAIL

Dopo l Ecomaratona dei Cimbri decisi che la prima edizione dei Magredi mOuntain Trail sarebbe stata mia. Non nel senso di vittoria (nda che stavolta l’ho lasciata ad un altro uomo “da0a2000” …), ma nel senso che mi sarei gustato 55km con i 1800m di dislivello con tanto di cappello (nda il solo scopo di questa frase è il riscorso alla rima baciata AABB…BiCi…tanto amata dal Leopardi e/o Manzoni e/o uno che in passato aveva tanto tempo per scrivere).

La mattina della gara mi alzo alle 2:30. Faccio colazione con porridge (fiocchi d’avena, semi di sesamo e melassa); una scelta che energeticamente si rivelò, per dirlo in termini accessibili al pubblico minorile, una merda…
Ore 4:30 parto e mi avvio a casa del Maestro. Lo trovo alquanto preoccupato dalle condizioni della figlia. Purtroppo ogni sabato sera precedente ad una gara importante, la maddre di sua figlia malmena violentemente la figlia stessa. Il motivo di ciò è una tradizione puglieis: la predizione del futuro in base al tipo di lesione che la propria prole manifesta dopo un pestaggio a random. Stavolta la tenera e dolce figliuola “svela” una lussazione al gomito. La mamma è contenta perchè la lussazione è simbolo di vittoria (nda e così è stato!).
Bene, tralasciando questa prime considerazioni, che porteranno sicuramente degli ispettori dei servizio sociale nella casa il cui sottostante tetto è soprastante la testa di quella povera bambina., torno a me e non in me ( nda per quest’ultima opzione non v’è più speranza)

Ore 4:45 è fissata la partenza dalla casa del Maestro. L’orario arriva, ma el Bortol no….Aspetta che ti aspetta mi altero e lo chiamo. “Ho trovato un incidente”, la classica scusa dello stesso (nda “trovare un incidente”?!?!?! Come “trovare i funghi”?).

Arriviamo a Basaldella ci prepariamo; controlliamo le ultime cose obbligatorie da portarsi: coperta termica, road book, pila frontale, profilattici…. Ok , tutto in regola!

Visto che la partenza non è sita nello stesso luogo dell arrivo , l’organizzazione ha messo a disposizione un bus a due piani. Subito il Maestro, il PaZz0 e il Bortol guadagnano da bravi teppistielli adolescenti gli ultimi posti al primo piano. El Bortol (nda risaputo essere un famoso simpatico umorista) intona subito un sfottò. La frase in questione colpisce il PaZz0 il quale lungo tutto il tragitto continua a ripeterla psicoticamente: “Se facciamo un incidente muore solo il conducente, Se facciamo un incidente muore solo il conducente, Se facciamo un incidente muore solo il conducente…..” Questo però rallenta l’incedere del bus; il motivo è chiaro: provate voi a guidare un pullman con una mano soprastante i genitali stessi…

Causa querele da parte di un abitante della Baviera (nda TU SAI CHI CAXXXX 6….), la descrizione della gara non sarà del tipo si parte, si va alla grande, c è la crisi, si riprende , poi discesa all impazzata, poi tutti contenti….Mi limiterò solo esprimendo due concetti filosofici di natura ancestrale: alla partenza si parte e all’arrivo si arriva.
In mezzo a questi due limiti spazio-temporali ho vissuto tante sensazioni di SOLO benessere. Nell’ordine:
- l’essere in compagnia dei compagni “arancini” durante il primo terzo della gara;
- le parole empatiche di conforto che ho udito dalla soave voce del Pres (nda la leccata di deretano alla dirigenza ci sta sempre) ;
- le dolci frasi che il Dobermann con tromba mi ha sussurrato: “ Varda che muso che te ga; te son ‘na merda; MAGNA,DIO….!!!!” ;
- l’obnubilamento della concezione del tempo. Dopo 35km di gara guardando il mio orologio vedo un omino che dalle lancette mi urla:”Ueh, pirla, sono dieci ore che corri…”, ma in realtà erano SOLO cinque….;
- il cedimento in località Frisanco che mi porta all utilizzo della famosa fiala velenosa (nda telefonino) per non cadere nelle mani del nemico e far finire le pene (nda ” Venitemi a prendere a Cavasso che mi ritiro…”)


Ma a Cavasso qualcosa succede. O le tende modello Oktoberfest che abbellivano la piazza o le endorfine che per fotosintesi clorofilliana si trasformarono in puro oppio o la ptomaina (nda per chi non lo sapesse o per chi presume un mio errore grammaticale, questa parola esiste!!! Quindi smettetela di leggere solo "Correre" e ri"correte" ad un dizionario della lingua italiana) bevuta avidamente al ristoro stesso, decido di proseguire.
E dopo gli ultimi 15 km sul greto del Cellina (nda come essere sul ponte di Venezia triplicato…) taglio il traguardo. Nessuna lacrima, nessun sorriso, solo un pensiero: ”SONO UN FINISHER!!! "
(nda non è vero, ma così creo molto pathos. Quello che effettivamente pensai non può essere trascritto neanche per un pubblico di soli adulti).

Cia 0

lunedì 4 ottobre 2010

MAGREDI MOUNTAIN TRAIL


Pensieri, ovvero sensazioni durante la corsa...

Ore 5.45 Trasporto in autobus (due piani) alla zona di partenza. Io, il PaZzO e il Bortol siamo seduti sui sedili dell'ultima fila. Mi sembra di partire per la gita scolastica...

Ore 6.00 Zona partenza. Un po' di riscaldamento con il Bortol. Buio tutto intorno a noi. C'è una lampada alogena su un tavolo sotto il gazebo. Appoggio lo zainetto da trail e la borraccia che vengono illuminati. L' immagine mi piace...

Ore 6.30 Sta per albeggiare e viene data la partenza. Ci immettiamo in un lungo rettilineo. Le "frontali" creano un particolare filo di luci. Sembra un altro mondo...

Ore 7.30 Corro sui Magredi seguendo una mountain bike. Mi chiedo se l'andatura sia adeguata ai 55k ma non mi dò una risposta e non ci penso più. Inizia la salita allo Jouf... Ora 30K in montagna...

Ore 8.00 Sto salendo, uno sguardo al Cellina sotto di me. - Sono già alto, penso. All'improvviso il sentiero si fa verticale e va dritto alla cima dello Jouf. Penso ad una ragazza della Protezione Civile trovata lungo il sentiero che stava leggendo un libro...

Ore 8.30 Sono in cima. Sotto il gazebo mi tolgo lo zainetto, cambio borraccia e mangio qualcosa. Saluto una collega venutami ad incitare ed inizio la discesa. Immagino come potrebbe essere la prossima salita e mi torna in mente il profilo altimetrico...

Ore 8.45 Attraverso la Pala Barzana. Trovo Luciano (Mercuryus) che mi incita. Penso al nostro comune esordio nelle Ultratrail...

Ore 9.30 Sto correndo su e giù per splendidi sentieri. Sono già 3 ore che macino Km. Penso alla fatica degli altri ragazzi che corrono e mi chiedo se sia come la mia...

Ore 10.00 Arrivo a Poffabro prima e Frisanco poi. Riconosco la piazza con la fontana. Vedo delle zucche. Inizia una lunga salita ma ci sono dei tifosi che mi danno forza. Penso che le gambe non sono male, riesco ancora a correre. Sento un sms al cellulare, immagino sia Claudia che mi incita. Mi viene in mente anche la marcia fatta a Ferragosto con il Dottore e amici della "da0a2000" sotto il diluvio universale. - Che grandi! -

Ore 10.30 Inizio il sentiero che porta a Cavasso Nuovo. In alcuni passaggi sono stati costruiti dei parapetto in legno. Penso che stanno bene in questo ambiente e che fanno la loro bella figura... Devo tornarci!

Ore 10.50 Arrivo a Cavasso Nuovo e sento musica. Sono stanco. Vedo lo Squalo del Cellina e family che sono venuti a fare il tifo. Penso che sono dei grandi!!
Improvvisamente vedo la Coca-cola e ne faccio il pieno. Mi sento già meglio...

Ore 11.30 Sto correndo sul greto del Meduna. Scambio qualche parola con Paolo che mi precede con la mtb. Ho molta fame, molta! Mancano 5K, non sono pochi quando ne hai già 50 nelle gambe. Mi volto più volte per controllare... Penso al fatto che pochi minuti prima ero in sentieri montani. Ora sono in un altro mondo...

Ore 12.00 Arrivo! Tolgo lo zainetto e lo alzo sopra la testa per tagliare il traguardo, voglio essere libero... E' fatta... Penso che l'essenza della corsa sia questo mondo, il mondo del trail. Con un sorriso mi dirigo verso la prima torta che vedo!
In alto: el Bortol, il PaZzO, il Maestro
Accosciato: il Geppo

Foto di gruppo con gli amici del Mercuryus ed Ivan