martedì 5 ottobre 2010

MAGREDI MOUNTAIN TRAIL PT.2


....OVVERO IL MIO PRIMO ULTRA-TRAIL

Dopo l Ecomaratona dei Cimbri decisi che la prima edizione dei Magredi mOuntain Trail sarebbe stata mia. Non nel senso di vittoria (nda che stavolta l’ho lasciata ad un altro uomo “da0a2000” …), ma nel senso che mi sarei gustato 55km con i 1800m di dislivello con tanto di cappello (nda il solo scopo di questa frase è il riscorso alla rima baciata AABB…BiCi…tanto amata dal Leopardi e/o Manzoni e/o uno che in passato aveva tanto tempo per scrivere).

La mattina della gara mi alzo alle 2:30. Faccio colazione con porridge (fiocchi d’avena, semi di sesamo e melassa); una scelta che energeticamente si rivelò, per dirlo in termini accessibili al pubblico minorile, una merda…
Ore 4:30 parto e mi avvio a casa del Maestro. Lo trovo alquanto preoccupato dalle condizioni della figlia. Purtroppo ogni sabato sera precedente ad una gara importante, la maddre di sua figlia malmena violentemente la figlia stessa. Il motivo di ciò è una tradizione puglieis: la predizione del futuro in base al tipo di lesione che la propria prole manifesta dopo un pestaggio a random. Stavolta la tenera e dolce figliuola “svela” una lussazione al gomito. La mamma è contenta perchè la lussazione è simbolo di vittoria (nda e così è stato!).
Bene, tralasciando questa prime considerazioni, che porteranno sicuramente degli ispettori dei servizio sociale nella casa il cui sottostante tetto è soprastante la testa di quella povera bambina., torno a me e non in me ( nda per quest’ultima opzione non v’è più speranza)

Ore 4:45 è fissata la partenza dalla casa del Maestro. L’orario arriva, ma el Bortol no….Aspetta che ti aspetta mi altero e lo chiamo. “Ho trovato un incidente”, la classica scusa dello stesso (nda “trovare un incidente”?!?!?! Come “trovare i funghi”?).

Arriviamo a Basaldella ci prepariamo; controlliamo le ultime cose obbligatorie da portarsi: coperta termica, road book, pila frontale, profilattici…. Ok , tutto in regola!

Visto che la partenza non è sita nello stesso luogo dell arrivo , l’organizzazione ha messo a disposizione un bus a due piani. Subito il Maestro, il PaZz0 e il Bortol guadagnano da bravi teppistielli adolescenti gli ultimi posti al primo piano. El Bortol (nda risaputo essere un famoso simpatico umorista) intona subito un sfottò. La frase in questione colpisce il PaZz0 il quale lungo tutto il tragitto continua a ripeterla psicoticamente: “Se facciamo un incidente muore solo il conducente, Se facciamo un incidente muore solo il conducente, Se facciamo un incidente muore solo il conducente…..” Questo però rallenta l’incedere del bus; il motivo è chiaro: provate voi a guidare un pullman con una mano soprastante i genitali stessi…

Causa querele da parte di un abitante della Baviera (nda TU SAI CHI CAXXXX 6….), la descrizione della gara non sarà del tipo si parte, si va alla grande, c è la crisi, si riprende , poi discesa all impazzata, poi tutti contenti….Mi limiterò solo esprimendo due concetti filosofici di natura ancestrale: alla partenza si parte e all’arrivo si arriva.
In mezzo a questi due limiti spazio-temporali ho vissuto tante sensazioni di SOLO benessere. Nell’ordine:
- l’essere in compagnia dei compagni “arancini” durante il primo terzo della gara;
- le parole empatiche di conforto che ho udito dalla soave voce del Pres (nda la leccata di deretano alla dirigenza ci sta sempre) ;
- le dolci frasi che il Dobermann con tromba mi ha sussurrato: “ Varda che muso che te ga; te son ‘na merda; MAGNA,DIO….!!!!” ;
- l’obnubilamento della concezione del tempo. Dopo 35km di gara guardando il mio orologio vedo un omino che dalle lancette mi urla:”Ueh, pirla, sono dieci ore che corri…”, ma in realtà erano SOLO cinque….;
- il cedimento in località Frisanco che mi porta all utilizzo della famosa fiala velenosa (nda telefonino) per non cadere nelle mani del nemico e far finire le pene (nda ” Venitemi a prendere a Cavasso che mi ritiro…”)


Ma a Cavasso qualcosa succede. O le tende modello Oktoberfest che abbellivano la piazza o le endorfine che per fotosintesi clorofilliana si trasformarono in puro oppio o la ptomaina (nda per chi non lo sapesse o per chi presume un mio errore grammaticale, questa parola esiste!!! Quindi smettetela di leggere solo "Correre" e ri"correte" ad un dizionario della lingua italiana) bevuta avidamente al ristoro stesso, decido di proseguire.
E dopo gli ultimi 15 km sul greto del Cellina (nda come essere sul ponte di Venezia triplicato…) taglio il traguardo. Nessuna lacrima, nessun sorriso, solo un pensiero: ”SONO UN FINISHER!!! "
(nda non è vero, ma così creo molto pathos. Quello che effettivamente pensai non può essere trascritto neanche per un pubblico di soli adulti).

Cia 0

5 commenti:

  1. auuuuuuuuuu gnap gnap gnap tutto questo per dirci che ci hai messo piu' di 7 ore per fare 55 km??? vieni a partecipare alla Kastenlauf una gara a coppie di 10km con 10 litri di birra. Si parte con la cassa piena e si deve arrivare con la cassa vuota. Se ti brincano buttar via la birra ti vestono da bambino e ti buttano dentro il Vaticano.

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  2. Fantastico! Strepitoso! Racconto davvero spassoso, con ritmo e stile da favellatore di prim'ordine. Pensa te cosa avrebbero fatto vecchi topi da soffitta come Proust e Sthendal se avessero scoperto i benèfici effetti prodotti sull'arte narrativa dallo stato semi-meditativo indotto dalle fatiche ultrachilometriche...

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  3. Racconto fuori dagli schemi!
    Mitico :)

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