Vi voglio raccontare una storia. La storia del sentiero 3.
E’ fatta di fatica, gioia, solitudine e natura selvaggia.
Pesek, Cocusso, Orsario, Monrupino, Hermada erano nomi che fino a qualche settimana fa non mi dicevano niente. Ora non li dimenticherò più.
E’ difficile fare velocità lungo il 3 per la conformazione stessa del sentiero. Se poi ci metti l’altissima concentrazione che devi tenere per non sbagliare incrocio, l’umidità per la pioggia caduta che rende le rocce estremamente scivolose, la lunghezza, allora capisci che non ti puoi concedere il minimo errore per ottenere ciò che ti sei prefissato.
L'attacco della salita dell'Orsario
Il passaggio a Col di Monrupino
C’è un pezzo del 3 che è fatto di immensa solitudine. Prima qualche incrocio lo trovi e c’è sempre della gente che ti incita. Ma da Col a San Pelagio sei solo, immerso in una natura selvaggia dove il 3 corre con infinite serpentine puntellato di rocce che affiorano da ogni dove. Qui non devi correre, devi danzare saltando da un punto all’altro per trovare la porzione di terreno migliore per te. E quando, infine, arrivi a quei cento metri di strada che devi attraversare e trovi un po’ di persone pronte ad incitarti ti sembra di risvegliarti da un lungo sogno.
Il 3 sembra poi concederti un po’ di tregua ma è una mera illusione fatta a regola d’arte per ingannarti. La velocità che credi di ritrovare è destinata a svanire perché è proprio qui che si paga il conto di tutto quel danzare. Salire il Monte Hermada è un supplizio. Vorrei correrlo veloce ma non è possibile. Vedere poi Jamiano dalla sommità ti scalda il cuore perché comprendi che quello che hai fatto è tanto ed è grande e non puoi più non arrivare, non da qui, perché l’arrivo è laggiù e non lo mancherai per nessuna ragione al mondo.
L'arrivo, il 3 è completato
Questa è la storia che volevo raccontarvi ed ora sono felice perché la Cavalcata Carsica fa parte di me.
Voglio finire ringraziando “il Guru” per avermi convinto a fare questa cosa; Debora perché mi ha fatto sentire come a casa; Emil perché mi ha corso incontro all’arrivo; Claudia perché è sempre con me.
Leggere questa storia mi aiuta a trovare la voglia di migliorare e pensare di potercela fare.
RispondiEliminaConoscere il Maestro e il Pazzo mi hanno aiutato a compiere imprese molto più piccole ma grandi per me.
E Claudia che è mia compagna di allenamenti è una delle persone migliori da avere al proprio fianco per compiere grandi imprese....
I miei più grandi complimenti per questa impresa ,e con voi spero un giorno di poter scrivere una storia pure io.
Che favolosa, disarmante, stucchevole banalità. Complimenti!
RispondiEliminaNon ci resta che provare questo sentiero n°3 il prossimo anno!! complimenti a todos!! :)
RispondiEliminaL'è 'riva il paladino del radicio precoce della banalità....
RispondiEliminaGRANDE !!!
RispondiEliminaPiero Toffoli
onore al Grande Maestro!
RispondiEliminaperbacco, calcolatrice alla mano, quei co le biciclete i li ha fumadi, ma non i ghe stea drio gnanca co la moto da trial...
disumano!
Bellissima favola! E con piacere vedo che un "Grande Atleta" vive le stesse emozioni che animano anche i cuori di quelli che viaggiano a velocità umana! Continua a danzare...
RispondiEliminachicca
...eccezionale in tutto sempre! *_* (l.m.)
RispondiElimina